Comune di Siena: Sistema Informativo Territoriale

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Piano Strutturale

Capo IV. Lo statuto degli ecosistemi e del paesaggio

Art. 70. Profili generali ed articolazioni spaziali dello statuto

1. Lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio intende garantire la qualità dell'ambiente nonché del paesaggio urbano e rurale senese, intesi come elementi inscindibili, orientandone la coevoluzione in direzione del mantenimento e recupero di assetti che tutelino:

  1. a) la biodiversità a scala di specie di comunità e di paesaggio;
  2. b) la funzionalità sistemica del mosaico territoriale (rete ecologica);
  3. c) una struttura paesaggistica orientata alla persistenza ed al ripristino delle forme del paesaggio agrario sedimentate dalla storia;
  4. d) l'esercizio di una agricoltura coerente con le caratteristiche geomorfologiche del territorio ed integrata nella funzionalità ecosistemica dei luoghi;
  5. e) la diversità di percezioni collegate alla diversità di ambienti nonché alla diversità di culture e sensibilità degli osservatori.

2. Lo Statuto degli ecosistemi e del paesaggio è riferito ai Sistemi e Sottosistemi di paesaggio così come definiti nella Tav. C.5.02, assunti come ambiti di elevata coerenza interna sotto i profili ambientali e delle forme del paesaggio rurale.

3. I Sistemi di cui al precedente comma sono così denominati:

  1. a) Paesaggi di Fondovalle;
  2. b) Paesaggi delle Crete;
  3. c) Paesaggi delle Colline Sabbiose;
  4. d) Paesaggi dei Rilievi Calcarei;

4. Il Sistema dei Paesaggi dei Fondovalle è articolato in tre sottosistemi:

  1. a) Sottosistema di Pian del Lago;
  2. b) Sottosistema delle Pianure Alluvionali;
  3. c) Sottosistema delle Alluvioni Collinari.

5. Il Sistema di Paesaggio delle Crete è articolato in tre sottosistemi:

  1. a) Sottosistema delle Crete dell'Arbia;
  2. b) Sottosistema delle Crete di San Miniato;
  3. c) Sottosistema delle Crete di San Martino.

6. Il Sistema di Paesaggio delle Colline Sabbiose è articolato in cinque Sottosistemi:

  1. a) Sottosistema dei Crinali delle strade Massetana e Grossetana;
  2. b) Sottosistema dei Crinali di Belcaro, Agostoli e Monastero;
  3. c) Sottosistema dello Sperone di Siena;
  4. d) Sottosistema dei Crinali dell'Osservanza, Vignano e Santa Regina;
  5. e) Sottosistema delle Colline del Bozzone.

7. Nelle procedure di valutazione di compatibilità delle trasformazioni urbanistiche e territoriali (proposte da strumenti ed atti di governo del territorio di natura sovracomunale) ricadenti in ciascun Sistema e Sottosistema è da considerarsi esplicitamente il grado di coerenza con gli obiettivi generali di cui all'art. 71, con gli obiettivi specifici di cui agli artt. da 72 ad 75, con la disciplina di natura paesaggistica contenuta nella Sezione II del presente Capo IV nonché con le indicazioni strategiche contenute nella Parte III, delle presenti NTA.

Art. 71. Obiettivi generali per i Sistemi di Paesaggio

1. Il PS assume quali obiettivi prestazionali generali per i Sistemi di Paesaggio:

  1. a) incrementare i livelli di tutela della biodiversità, sia attraverso l'istituzione di aree protette sia attraverso la realizzazione e la gestione attiva di una rete ecologica;
  2. b) orientare la gestione degli elementi fisionomici e strutturali della vegetazione verso assetti caratterizzati da una elevata naturalità;
  3. c) garantire la persistenza delle visuali che storicamente connotano la percezione dell'insediamento murato di Siena, nonché delle visuali percepibili dall'interno delle mura;
  4. d) mantenere ed ove necessario migliorare la qualità delle relazioni percettive tra insediamenti e contesto paesaggistico, disciplinando le trasformazioni nelle aree di transizione tra insediamenti compatti recenti e territorio rurale;
  5. e) adottare la dimensione di area vasta (SMaS) come ambito di riferimento per la promozione di politiche ed azioni in materia di ecosistemi e paesaggio;
  6. f) prevedere specifiche discipline, iniziative pubbliche e forme di incentivazione per l'eliminazione o la riqualificazione, soprattutto nei contesti paesaggistici di maggiore qualità o comunque più visibili, delle costruzioni precarie (baracche, tettoie, box), la mitigazione delle opere murarie recenti (soprattutto in cemento) dovute alla realizzazione di garage, cancellate e recinzioni nonché la sostituzione della vegetazione di arredo impropria;
  7. g) prevedere per le nuove occupazioni di suolo specifiche misure di compensazione paesaggistica ed ambientale, da graduare in una logica di riequilibrio della pressione antropica nei differenti sistemi e sottosistemi di paesaggio;
  8. h) prevedere eventuali nuove addizioni urbane (residenziali, produttive, grandi attrezzature) il più possibile in forme compatte e in aderenza agli insediamenti già esistenti, limitando al minimo indispensabile l'incremento di edifici residenziali o produttivi sparsi o allineati lungo le viabilità di crinale;
  9. i) riqualificare le aree, sia urbane che extraurbane, ove il paesaggio presenta attualmente profili di bassa qualità sia sotto il profilo edilizio ed urbanistico, sia in relazione alla presenza di un mosaico coerente con il complesso di fisionomie e usi del suolo collegati alle diverse tipologie di vegetazioni potenziali;
  10. l) orientare la gestione delle forme del paesaggio agrario in direzione del recupero degli assetti storici propri dei differenti tipi di paesaggio, tutelando le emergenze nel paesaggio agrario ed intervenendo sulle alterazioni così come individuate nella Tav. C.5.03 con le modalità indicate, per ciascun Sistema e Sottosistema di Paesaggio, nel presente statuto;
  11. m) garantire che tutte le trasformazioni edilizie, urbanistiche ed infrastrutturali, ivi comprese quelle previste dai Programmi di miglioramento agricolo ed ambientale, siano coerenti con le caratteristiche del contesto, e siano ove necessario accompagnate da misure di mitigazione e/o compensazione.

2. La Tav. C.5.03 è da assumersi come riferimento essenziale per l'individuazione degli elementi della tessitura agraria da tutelare e le situazioni problematiche da verificare e da indirizzare verso assetti coerenti con la fisionomia paesistica.

3. Sono in particolare individuati come elementi da tutelare:

  1. a) la maglia agraria fitta (con dimensione dei campi inferiore a 3 ha);
  2. b) i campi ove si registra la presenza di oliveti e vigneti terrazzati;
  3. c) i residui della policoltura, tradizionale o recente.

4. Sono da considerare situazioni problematiche:

  1. a) i terreni incolti;
  2. b) i vigneti a maglia larga o in pendenza, classificati secondo il peso relativo della superficiale alterata (20, 50 o 100%);
  3. c) i seminativi a maglia larga, in pendenza o in prossimità di edifici storici, anch'essi classificati secondo il peso relativo alla superficie alterata (20, 50 o 100%).

Art. 72. Obiettivi specifici per il Sistema di Paesaggio di Fondovalle e relativi Sottosistemi

1. Il PS assume quali obiettivi prestazionali per l'intero Sistema del Paesaggio di Fondovalle:

  1. a) incrementare la consistenza e la continuità dei boschi igrofili ed in generale della vegetazione autoctona, anche utilizzando aree marginali, residue od abbandonate;
  2. b) contenere l'incremento dei suoli artificiali, prevedendo per le nuove urbanizzazioni densità insediative medio-alte e massimizzando il recupero delle aree e degli edifici dismessi;
  3. c) compensare la realizzazione di aree di trasformazione integrata) con la creazione di aree pubbliche o aperte alla fruizione pubblica, ove possibile limitrofe ai corsi d'acqua principali, gestite con finalità di protezione ambientale e di rafforzamento della rete ecologica;
  4. d) mantenere, ed ove possibile ripristinare, la maglia agraria originaria della bonifica (struttura gerarchizzata dei canali perpendicolari od ortogonali al corso d'acqua principale) o comunque la rete scolante, reintroducendo elementi vegetali, lineari di suddivisione dei campi (siepi, filari, etc.).

2. Nel Sottosistema di Pian del Lago, è inoltre perseguito l'obiettivo di mantenere integro ed inedificato il paesaggio derivante dalle bonifiche settecentesche, anche attraverso il coordinamento con i Comuni di Monteriggioni e Sovicille.

3. Nel Sottosistema delle Pianure Alluvionali è da promuoversi la costituzione di parchi fluviali pubblici o aperti alla fruizione pubblica che associno finalità di protezione collegate con la conservazione della vegetazione autoctona con funzioni ricreative e di connessione tra insediamenti urbani e produttivi.

Art. 73. Obiettivi specifici per il Sistema di Paesaggio delle Crete e relativi sottosistemi

1. Il PS assume quali obiettivi per l'intero sistema di Paesaggio delle Crete:

  1. a) ampliare la consistenza delle aree con presenza di fitocenosi autoctone (boschi e cespuglieti), anche utilizzando aree marginali, residue od abbandonate;
  2. b) favorire la presenza negli impluvi di elementi di vegetazione riparia in continuità con i Paesaggi del Fondovalle;
  3. c) mantenere il pattern insediativo di crinale, evitando la saldatura edilizia tra edifici oggi isolati - in specie se di elevato valore storico-architettonico - e collocando eventuali aree di trasformazione integrata in aderenza o prossimità con nuclei urbani esistenti;
  4. d) migliorare la qualità percettiva degli insediamenti di crinale, sia attraverso la tutela della maglia fitta del promiscuo sui ripiani sia attraverso la modifica delle alterazioni indicate nella Tav. C.5.03;
  5. e) ridurre nelle fasce collinari la dimensione dei campi a seminativo, reintroducendo elementi divisori come siepi e filari, disposti in modo da garantire sia la stabilità dei versanti che la continuità della rete ecologica;
  6. f) segnalare, anche con opportune piantumazioni colturali e non, la presenza di anomalie del suolo come lenti sabbiose, paleofrane, detriti;
  7. g) limitare l'introduzione di colture legnose previste dalla disciplina europea agli impluvi o ai versanti lontani da nuclei edilizi e non adiacenti alle colline sabbiose.

2. Nel Sottosistema delle Crete di San Miniato vengono perseguiti i seguenti obiettivi specifici:

  1. a) attenuare la presenza degli incolti attraverso la ripresa delle attività colturali, oppure, in alternativa facilitarne l'evoluzione in aree boscate;
  2. b) connotare le aree di verde pubblico attraverso la riproposizione, anche parziale, di essenze e sistemazioni tipiche del paesaggio agrario, al fine di attenuare la frammentazione delle aree agricole residue.

3. Nel Sottosistema delle Crete di San Martino vengono perseguiti i seguenti obiettivi specifici:

  1. a) attenuare la presenza degli incolti;
  2. b) ripristinare gli assetti agrari, anche al fine di contestualizzare la presenza delle infrastrutture viarie di fondovalle e l'edificato compatto collinare.

Art. 74. Obiettivi specifici per il Sistema di Paesaggio delle Colline Sabbiose e relativi Sottosistemi

1. Il PS assume quali obiettivi per l'intero Sistema di Paesaggio delle Colline Sabbiose:

  1. a) incrementare la consistenza della vegetazione autoctona, operando con modalità differenziate negli impluvi e nei versanti ed ove possibile in contiguità con l'attuale distribuzione delle compagini boschive;
  2. b) assicurare il mantenimento di un elevato livello di qualità delle relazioni percettive tra insediamenti, antichi e recenti, e contesto paesaggistico, tenendo conto della particolare rappresentatività e tipicità di questo Sistema di Paesaggio;
  3. c) incrementare la presenza delle colture arboree, in particolare di olivo, sui ripiani e in generale vicino agli edifici, storici e non, allineati o sparsi lungo i crinali, contrastando i fenomeni di espansione dei seminativi e delle aree incolte;
  4. d) tutelare i terrazzamenti e le sistemazioni agrarie tradizionali;
  5. e) estendere le forme di fruizione pedonale e ciclabile dei paesaggi agrari di maggiore qualità.

2. Nel Sottosistema dello Sperone di Siena vengono perseguiti i seguenti obiettivi specifici:

  1. a) promuovere un progetto unitario di riqualificazione dello spazio suburbano, inteso come area di pertinenza paesistica e basamento figurativo della cinta muraria, in una logica di complementarietà con il sistema delle aree verdi interne alle mura;
  2. b) prevedere nuove aree di trasformazione integrata esclusivamente in aderenza o prossimità di insediamenti compatti esistenti, curando in particolare la qualità percettiva delle fasce di contatto con il territorio rurale;
  3. c) incentivare la riconversione colturale dei seminativi e dei vigneti in pendenza, la manutenzione degli assetti agricoli, la eliminazione degli incolti;
  4. d) promuovere attività compatibili con gli assetti edilizi e paesaggistici delle valli verdi interne alle mura;
  5. e) contribuire a evidenziare il passaggio dalla collina sabbiosa a quella argillosa (Malamerenda).

3. Nel Sottosistema dei Crinali di Belcaro, degli Agostoli e di Monastero vengono perseguiti i seguenti obiettivi specifici:

  1. a) incentivare la manutenzione degli assetti agricoli e la riconversione dei seminativi, nonché la promozione dell'oliveto intorno agli edifici storici e nei versanti sabbiosi;
  2. b) assicurare la particolare tutela dei ripiani sabbiosi corrispondenti ai crinali e ai versanti visibili da Siena, conservando la qualità degli assetti edilizi e delle pertinenze, nonché limitando la costruzione di nuovi edifici residenziali;
  3. c) escludere le previsioni di nuove aree di trasformazione integrata.

4. Nel Sottosistema dei Crinali dell'Osservanza, di Vignano e di Santa Regina vengono perseguiti i seguenti obiettivi specifici:

  1. a) incentivare la manutenzione degli assetti agricoli e la riconversione dei seminativi, nonché la promozione dell'oliveto intorno agli edifici storici e nei versanti sabbiosi;
  2. b) assicurare la particolare tutela dei ripiani sabbiosi corrispondenti ai crinali e ai versanti visibili da Siena, conservando la qualità degli assetti edilizi e delle pertinenze, nonché limitando la costruzione di nuovi edifici residenziali;
  3. c) prevedere nuove aree di trasformazione integrata esclusivamente in aderenza o prossimità di insediamenti compatti esistenti, curando in particolare la qualità percettiva delle fasce di contatto con il territorio rurale.

5. Nel Sottosistema dei Crinali delle strade Massetana e Grossetana vengono perseguiti i seguenti obiettivi specifici:

  1. a) incrementare la consistenza della vegetazione autoctona oppure, in alternativa favorire il recupero delle fitocenosi arboree;
  2. b) incentivare la riconversione a colture arboree degli incolti e dei seminativi sui versanti sabbiosi.

6. Nel Sottosistema delle Colline del Bozzone vengono perseguiti i seguenti obiettivi specifici:

  1. a) ampliare la consistenza della vegetazione autoctona, assicurandone la connettività con la vegetazione igrofila.
  2. b) conservare la qualità degli assetti edilizi e delle pertinenze, in particolare intorno alle grandi fattorie ed agli aggregati storici, escludendo previsioni di aree di trasformazione integrata;
  3. c) incentivare la riconversione degli incolti e dei seminativi sui versanti sabbiosi, la coltivazione dell'oliveto intorno agli edifici storici e nei versanti sabbiosi, nonché la coltivazione del vigneto in forme appropriate alla morfologia;
  4. d) evitare la separazione fisica e visiva tra il resede degli edifici ed il territorio circostante.

Art. 75. Obiettivi specifici per il Sistema di Paesaggio dei Rilievi Calcarei

1. Il PS assume quali obiettivi per il Paesaggio dei Rilievi Calcarei:

  1. a) orientare la gestione dei boschi verso assetti caratterizzati da elevata naturalità e da elevata diversità biologica e strutturale;
  2. b) tutelare i boschi antichi e gli esemplari vetusti;
  3. c) mantenere le radure quali elementi di diversificazione del mosaico ambientale e come punti di vista privilegiati;
  4. d) limitare le nuove edificazioni agli annessi agricoli la cui necessità sia documentata dai PMAA, nonché alle strutture necessarie alla fruizione ricreativa dell'area, escludendo previsioni di aree di trasformazione integrata ;
  5. e) assicurare, anche attraverso l'istituzione di aree protette ed in coordinamento con i comuni limitrofi, la tutela delle aree di elevata qualità ambientale, coniugandola con le forme di fruizione proprie di un parco urbano territoriale.

Art. 76. La disciplina per il Sistema dei Paesaggi di Fondovalle

1. Le aree di trasformazione ricadenti nei Paesaggi di Fondovalle sono individuate dal RU privilegiando, a parità di requisiti funzionali, le aree che presentano uno o più dei seguenti requisiti:

  1. a) collocazione nel Sottosistema delle Alluvioni Collinari;
  2. b) assente o moderato rischio idraulico;
  3. c) elevato grado di alterazione pregresso della tessitura agraria originaria.

2. In ragione della sua integrità ed unitarietà di paesaggio testimone delle bonifiche settecentesche, nel Sottosistema di Pian del Lago non sono da prevedersi trasformazioni edilizie ed urbanistiche.

3. Come misura di compensazione per le aree di nuova urbanizzazione previste da interventi di trasformazione integrata è da prevedersi l'impianto di una superficie a bosco la cui estensione è stabilita dal RU.

4. In ragione della storica assenza di insediamenti rurali, nei Sottosistemi delle Alluvioni Collinari e delle Pianure di Fondovalle possono essere richiesti attraverso i PMAA, previa dimostrazione della loro necessità, esclusivamente annessi agricoli.

5. I PMAA redatti da aziende ricadenti in tutto od in parte nel Sistema dei Paesaggi di Fondovalle assumono come interventi di miglioramento ambientale una o più delle seguenti tipologie:

  1. a) ripristino della rete scolante originaria della bonifica;
  2. b) favorire lo sviluppo della vegetazione igrofila, da ottenersi attraverso la cessazione delle coltivazioni lungo una fascia di almeno 20 m di spessore misurata a partire dal limite delle formazioni igrofile esistenti o, in loro assenza, di 25 m a partire dal ciglio di sponda dei corsi d'acqua;
  3. c) incremento o ripristino di elementi lineari quali siepi, filari o alberate lungo i fossi e lungo i confini dei campi.

6. Gli interventi di restauro e recupero ambientale che interessano il Sistema dei Paesaggi di Fondovalle, promossi da soggetti pubblici o privati, assumono come azioni prioritarie il miglioramento della continuità ambientale e l'incremento della consistenza della vegetazione igrofila, nonché l'aumento della consistenza boschiva e della vegetazione autoctona lungo le divisioni dei campi.

7. Il RU definisce nello specifico le tipologie, i materiali e le dimensioni delle strutture precarie o degli annessi suscettibili di riqualificazione o di eliminazione.

Art. 77. La disciplina per il Sistema dei Paesaggi delle Crete

1. Le aree di trasformazione integrata che prevedono nuove occupazioni di suolo sono individuate dal RU esclusivamente in aderenza o prossimità di insediamenti esistenti, privilegiando il riuso di aree già urbanizzate.

2. Le aree di trasformazione integrata sono realizzate in coerenza con le indicazioni di cui al co. 3 del precedente art. 76.

3. Salvo imperativi tecnici, da dimostrarsi esplicitamente, le residenze rurali e gli annessi richiesti attraverso i PMAA, nonché eventuali addizioni edilizie puntuali saranno realizzati in corrispondenza dei ripiani sommitali dei crinali, con esclusione dei versanti e degli impluvi.

4. I PMAA redatti da aziende ricadenti in tutto o in parte nel Sistema dei Paesaggi delle Crete assumono come interventi di miglioramento ambientale una o più delle seguenti tipologie:

  1. a) restringimento della maglia dei campi, limitandone l'estensione unitaria ad un massimo di 15 ha;
  2. b) ripristino delle colture arboree sui crinali in prossimità degli edifici;
  3. c) creazione di boschetti autoctoni isolati in posizione di crinale;
  4. d) incremento della vegetazione naturale negli impluvi, da ottenersi arretrando le arature e le semine di almeno 5 m da ogni lato dell'impluvio e non disturbando l'affermazione dei processi evolutivi naturali.

5. Gli interventi di ripristino o restauro ambientale che interessano il Sistema dei Paesaggi delle Crete, promossi da soggetti pubblici e privati, assumono come azioni prioritarie quelle indicate nel precedente co. 4.

Art. 78. La disciplina per il Sistema dei Paesaggi delle Colline Sabbiose

1. Nel Sistema dei Paesaggi delle Colline Sabbiose, le aree di trasformazione integrata che interessano suoli non urbanizzati sono da prevedersi esclusivamente:

  1. a) nel Sottosistema dei Crinali delle strade Massetana e Grossetana; le addizioni edilizie sono da realizzarsi in contiguità ad insediamenti esistenti, ed attraverso un controllo rigoroso della intervisibilità con il centro urbano di Siena;
  2. b) nel Sottosistema dei Crinali dell'Osservanza, Vignano e Santa Regina; le addizioni edilizie sono da realizzarsi in aree legate da debole intervisibilità con il centro urbano di Siena, prossime ad aree urbanizzate compatte già esistenti e selezionando siti che non presentino tessiture agrarie di pregio.

2. Le aree di trasformazione integrata sono realizzate in coerenza con le indicazioni di cui al co. 3 del precedente art. 76.

3. In alternativa o a completamento delle misure di compensazione ambientale di cui al precedente comma, possono essere realizzati, in misura stabilita dal RU, operazioni di manutenzione e restauro di paesaggi agrari tradizionali, da rendere fruibili al pubblico.

4. In considerazione della eccezionale qualità paesaggistica dei luoghi, nonché della frammentazione della struttura aziendale, nei Sottosistemi dello Sperone di Siena, dei Crinali di Belcaro, Agostoli e Monastero, nonché in quello dei Crinali dell'Osservanza, Vignano e Santa Regina è esclusa la possibilità di realizzare nuove residenze rurali attraverso i PMAA.

5. Nei Sottosistemi dei Crinali delle strade Massetana e Grossetana ed in quello delle Colline del Bozzone è ammessa la realizzazione di residenze rurali e annessi agricoli la cui necessità sia dimostrata attraverso un PMAA; i nuovi edifici sono da collocare in aderenza ad edifici od aggregati esistenti.

6. I PMAA redatti da aziende ricadenti in tutto od in parte nel sistema dei Paesaggi delle Colline Sabbiose assumono come interventi di miglioramento ambientale una o più delle seguenti tipologie:

  1. a) incremento della consistenza della vegetazione autoctona, in specie negli impluvi;
  2. b) incremento delle coltivazioni arboree, in particolare dell'olivo, nei ripiani di crinale in prossimità degli edifici;
  3. c) sostituzione delle recinzioni murarie con siepi ed alberature con esclusione delle recinzioni facenti parte del patrimonio storico. Gli elementi di verde dovranno essere scelti tra specie autoctone. Il RU disciplina le modalità di messa a dimora delle siepi al fine della eventuale salvaguardia della proprietà;
  4. d) manutenzione e risarcimento delle sistemazioni agrarie (terrazzamenti, ciglionamenti);
  5. e) articolazione delle superfici coltivate con vigneti a maglia larga, perseguendo una dimensione dei campi inferiore a 5 ha;
  6. f) riconversione colturale dei seminativi e dei vigneti in pendenza.

7. Gli interventi di ripristino o restauro ambientale che interessano il Sistema dei Paesaggi delle Colline Sabbiose, promossi da soggetti pubblici e privati, assumono come azioni prioritarie l'eliminazione degli incolti nelle aree limitrofe agli insediamenti storici murati, nonché gli interventi di cui al precedente co. 6.

Art. 79. La disciplina per il Sistema di Paesaggio dei Rilievi Calcarei

1. Nel sistema di Paesaggio dei Rilievi Calcarei non sono da prevedersi nuove occupazioni di suolo a fini residenziali, produttivi o infrastrutturali.

2. È ammessa esclusivamente la realizzazione di annessi agricoli la cui necessità sia dimostrata attraverso un PMAA.

3. I PMAA redatti da aziende ricadenti in tutto od in parte nel paesaggio dei Rilievi Calcarei assumono come interventi di miglioramento ambientale una o più delle seguenti tipologie:

  1. a) allungamento dei turni di ceduazione;
  2. b) tutela di esemplari arborei vetusti e di formazioni boschive prossime alla tappa matura.

4. Gli interventi finalizzati a favorire la fruizione naturalistica e ricreativa sono da prevedersi anche nell'ambito di un progetto unitario esteso all'intero SIR 89 "Montagnola senese", da concordarsi con i comuni interessati.

5. Gli interventi di ripristino o restauro ambientale che interessano il Sistema dei Paesaggi dei Rilievi Calcarei, promossi da soggetti pubblici e privati, assumono come azioni prioritarie la tutela degli habitat rari e la gestione con finalità naturalistiche delle formazioni boschive mature.